martedì 13 luglio 2010

Tutta colpa di Natalie Imbruglia

Le vostre Pea hanno già avuto modo di dimostrare al pubblico Seattleliano le loro capacità artistiche. Ultimamente lo studio le sta affliggendo e di tempo da dedicare al vasto pubblico ne rimane davvero poco.
Ma come per tutte le grandi star internazionali, the show must go on.

Questa sera, in attesa del meritato rientro a casa, la Pea-Agnese se ne stava allegramente in quel dell'università, canticchiando fra sè "Torn" di Natalie Imbruglia. L'ispirazione aveva colto quindi anche la Pea-Gaia, che rimanendo in tema, preferiva trastullarsi al suono di "Wishing I was there".

Così, dopo aver fatto spesa ed essere tornate a casa cantando e trotterellando come ogni Cappuccetto Rosso metropolitano che si rispetti, la Pea-Gaia ha pensato bene di accendere il proprio notebook e, ringraziando sempre il vicino che offre compiacente la connessione wi-fi, di cercare la sua canzone in quella fonte inesauribile di delirio che può essere YouTube.

Un pò per gioco, un pò per accompagnare la preparazione della succulenta cena, le Pea si sono lasciate andare seguendo l'onda dei ricordi, passando da una canzone all'altra, in un crescendo di "oddio, Pea, ma te la ricordi questa?!!??!" e di "siiiiiiiiii, Peaaaaaaaaaa! mi fa troppo venire in mente quest'altra!!!".

Da quel momento sono trascorse circa 3 ore. E se considerate che le vostre Pea hanno ascoltato all'incirca 40 secondi di ogni canzone trovata, avrete facilmente idea di quante canzoni si sono dovuti sorbire i vicini, in un crescendo delirante di canzoni e risate fino a piangere.

Eh sì... perchè da Natalie Imbruglia, le Pea sono passate dapprima alle canzoni depresse dell'adolescenza: "Oddio Pea, questa canzone mi fa troppo venire in mente quello fighissimo che non mi cagava di striscio!!!!" e "Oddio Pea, quest'altra mi fa troppo venire in mente quando facevo le cassette con le canzoni depresse registrandole dalla radio!!" (eh, sì, le Pea c'hanno una certa età. ndr).

Da lì, un excursus completo e approfondito delle boyband anni '90. Dallo scontro fazioso Backstreet Boys vs. Five, ai semi-dimenticati Boyzone, ai ricordi lontani degli ultimi Take That (eh, sì, perchè le Pea c'avranno pure una certa età, ma quando erano fighi i Take That andavano ancora alle elementari!... ok, Pea-Agnese faceva la prima media, ma sono dettagli...).

E se si parla di anni '90, come non finire a lavare i piatti ascoltando a volume spropositato la migliore dance che sia mai esistita? Lavaggio di piatti in compagnia di Gigi D'Agostino, con annesso "passetto", ovviamente!

Solo che ormai voi lo sapete bene, le vostre Pea, dopo un pò, si fanno prendere la mano... e in un crescendo di delirio non-alcolico (perchè le vostre Pea non hanno bisogno di bere per diventare deficienti) hanno iniziato a rispolverare il meglio (o forse il peggio, dipende dai punti di vista) di quanto mai l'industria musicale italiana abbia mai potuto produrre.

Perchè dalla dance anni '90, seguendo ricordi delle estati adolescenziali e associazioni di pensiero che a confronto Joyce e Virginia Woolf alle vostre Pea gli lucidano le scarpe, le Pea hanno avuto modo di rispolverare (in un elenco illustrativo ma non esaustivo):

- [in]dimenticati successi italiani - Fiorello quando aveva ancora il codino, con "Spiagge" e "San Martino";
- debutti cinematografici che hanno fatto innamorare le adoscenti italiane - Raul Bova che esce dall'acqua sul tema di "No more I love you" in un film di mmmmer...avigliosa bellezza come "Piccolo grande amore";
- trascorsi Sanremesi - Pea-mora e Pea-bionda in versione Paola e Chiara, San Remo 1997, deliziando i vicini con la versione acustica di "Amici come prima", con tanto di microfono/telecomando e sedie a specchio;
- musical ammerrigani - Peas in versione Flash Dance, con tanto di fascetta in tasta e balletto; e
- omaggi alla tv italiana degli anni '80 - Peas in versione Lorella Cuccarini, sempre con la fascetta in testa e sempre deliziando i vicini, questa volta soprattutto quelli del piano di sotto, cantando e ballando sulle note di "La notte vola".

Ma l'apice, il culmine, il punto più alto delle abilità canore e danzerecce, le vostre Pea lo hanno raggiunto facendo conoscere agli ammerrgiani una delle maggiori realtà della musica (e non solo) italiana degli anni '90.

E quindi vi vogliamo lasciare così, ad immaginare le vostre Pea, in jeans e maglietta dell'Italia campione del mondo, con i calzini colorati a vista, mentre infondono la cultura nel cuore degli ammerrigani, cantando a squarcia gola e ballando....

lunedì 12 luglio 2010

Canicattì

La mamma ha sempre ragione, lei dice sempre di non parlare con gli sconosciuti...e anche Pea me lo ripete sempre...ma io niente: dura come il marmo! Sono una Pea troooppo socievole....una p(e)azza, direi.

Dunque, le cose stanno così: dopo una meravigliosa (!) giornata di studio presso la biblio della UW, ci dirigiamo verso una piccola libreria che vende libri usati perché abbiamo esaurito tutte le letture ludiche, e l'unico libro che mi è rimasto è "Diritto Commerciale - G.Campobasso" ...splendido per conciliare il sonno, ma a dir la verità poco intrigante...
Dopo circa mezz'ora di affannose ricerche, usciamo dal negozietto tenendo in mano un micro libro di Agatha Christie e...TAH-DAH!

"What language is this? Is it spanish?"
Le mie orecchiucce delicate e impiccette odono questa frase, ripetuta almeno 6-7 volte dagli autoctoni da quando siamo qui, e mi giro sfoderando il mio migliore sorriso...ciò che mi si para davanti è un omaccione di due metri per quattro, con tanto di barba e capello lungo
O_O

"No, è italiano..." "Italiano del sud, suppongo, non è come a Milano o Torino!"
E TU CHE NE SAI? mi viene da dire...ma lo tengo per me
"No, infatt..." "Allora di dove siete?" "Roma..." "ROOOOOMAAAAA!"

Non l'avessimo mai detto.

Il tizio parte con una spiegazione sui dialetti parlati nella penisola, per poi virare sulla storia e l'architettura romana: ci elenca diligentemente le piazze più famose, il Colosseo, il Circo Massimo, Trinità dei Monti, Via Veneto...da qui ai film di Fellini è un attimo: Roma, Il Bellantonio e via dicendo...siamo arrivati anche a toccare Almodovar, non si sa come.

O meglio, E' arrivato a toccare anche Almodovar.

Perché il tizio in questione NON HA SPUTATO UN ATTIMO.

Dopo la cinematografia italiana è stata la volta delle regioni: conosce persino la Basilicata (mano sul fuoco che alcuni colleghi universitari si dimenticano dov'è collocata delle volte), si interroga se in Toscana ci siano antenati degli Etruschi e sa benissimo che a Pozzuoli ci sono i Campi Flegrei.

Dite un po', voi lo sapete che ci sono i Campi Flegrei e la Solfatara? Lui sì. E conosce Villa Armerina, coi famosissimi mosaici (ammetto di conoscerli grazie alla gita del IV ginnasio, sennò col cactus), e la Puglia: Otranto, Taranto, Bari.

E poi, ovvio, LA MAFIA. L'unica cosa che siamo riusciti a esportare con successo. Applausi per noi.

Neanche a dirlo, a un certo punto è uscita fuori Amanda Knox...lui ne sosteneva l'innocenza, noi tentavamo di giustificare il sistema giuridico italiano..."perché, vedete, ha una faccia troppo angelica! cioè, uno quando si immagina un assassino se lo immagina come me, alto grosso, senza una gamba, mezzo cieco, con la barbona...mica come voi, con due faccette innocenti"...
Mi accorgo in effetti solo adesso che gli manca una gamba, e che secondo Criminal Minds il tizio può essere un perfetto S.I....sono tentata di dirgli che per la polizia americana anche una con la faccetta come la mia è un pericoloso S.I., ma lo tengo per me.
MO' SI CHE MI SENTO RILASSATA O_O

Dal disquisire sulla giustizia italiana a Mussolini è un attimo: non riuscivo a dire in inglese "bonifica delle paludi"...ma non c'è stato bisogno, l'ha detto lui. Perché, ovviamente, sapeva della bonifica delle paludi pontine. E, tanto per fare un salto nella politica odierna, "la nipote di Mussolini assomiglia a una pornostar". Sarà felicerrima l'Alessandra di saperlo...meglio se non glielo diciamo, va'...

Si lancia poi su un'accurata descrizione degli italiani a New York: 'na schifezza, per riassumere. Eh sì, perché il tizio in questione, ha nonno filippino, ma è residente a New York, e sua madre, irlandese, non sopporta gli italiani...ma sta per diventare nonna di un mezzo italiano perché la figlia ha fatto un figlio con un siciliano.

Le due Peas, in tutto questo, hanno interloquito ogni tanto con un "eh già" "ma infatti" "sì, caspita!" nelle brevi pause che il tizio faceva per prendere fiato, lanciandosi sguardi disperati per tentare di fuggire con nonchalance.

Un'ora è passata, signori. Un'ora. Ha elencato pure i 7 re di Roma, e i simpatici aneddoti su Nerone e Caligola. E conosceva i Tarquini.

Ma lo so, lo so, è colpa mia. Non dovevo dire "Roma".

La prossima volta scelgo come residenza Canicattì o Poggio Bustone, e la facciamo finita.

E non parlerò più con gli sconosciuti, parola di Pea.

p.s.: c'è da dire che ci siamo profondamente vergognate di una cosa: alla domanda "caspita, ma quante cose sai dell'Italia..come mai?" lui ha risposto "sono nato senza una gamba, non posso viaggiare molto e così leggo tanto, mi sembra di viaggiare....e non potrei mai venire in Italia, perché è un paese dove è impossibile stare per un disabile, non c'è nessun tipo di facilitazione".

Meditiamo, gente, meditiamo.

domenica 11 luglio 2010

Organic food

Come voi tutti amatissimi lettori certamente saprete, le vostre Pea non sono mai state esattamente un modello da seguire in fatto di sane abitudini alimentari.
E da quando sono sbarcate sulla ridente costiera ammerrigana, hanno dato sfogo a malsani vizi, cibandosi principalmente di cookies, Sprite e dolcini.

Nonostante ciò, l'italica abitudine al consumo di frutta e verdura le ha portate alla ricerca di qualcosa che non contenesse necessariamente 6.000 calorie al mozzico.

Forse ricorderete il parere sulle mele locali. Sanno di plastica. Anzi, sanno di plastica dell'anno scorso (cit.).

Ma le vostre Peas non si sono arrese e dopo vari tentativi andati miseramente a male ("Pea, come sono le albicocche?"... "Mmmm... bone Pea... sanno solo di aspro"; "Pea, come sono le patate?"... "Mmm... bone Pea... sembra farina di castagne che non sa di castagne"), hanno capito che se nella patria degli ammerrigani vuoi mangiare qualcosa che abbia un sapore vagamente somigliante a quello della frutta o verdura devi necessariamente comprare "organic".

Come dice l'amica Wiki, "organic foods are made in a way that limits or excludes the use of synthetic materials during production"... insomma, niente OGM, niente schifezze...

Anche perchè tutto ciò che non è marcato organic, ha delle forme e dei colori un pò inquietanti. Pomodori grandi come un melone, carciofi grandi come un pallone da calcio... ora, vabbè che siamo nella terra dell'abbondanza, ma la grandezza spropositita e la capacità riflettente (ma visto verdura così lucida) li rendono davvero un caso da X-Files.

Quindi ieri le vostre Pea, dietro suggerimento degli autoctoni, si sono recate da WholeFood.
Il fatto che ci sia bisogno di contraddistinguere una catena di supermercati chiamandola "CiboSano" la dice lunga sulla media dei prodotti che vengono venduti negli altri posti.

In ogni caso, le vostre Pea si sono ritrovate catapultate nel mondo cibo organic. Verdura che sa di verdura, frutta che odora di frutta.

"Peaaaaaaa, oddiooooo, ma quelli sono asparagi!!!"
"Oddio Peaaaaaaaaaaaa, ma questa pesca profuma di pesca!!"
"Nooooo Peaaaaaaaa, non puoi capireeeeee, quella è una forma di parmigiano! Ma parmigiano quello vero!!!"

Insomma, le vostre Pea hanno fatto la solita figura di merd.... zompettando di qua e di là per il supermercato e comportandosi come se avessero appena visto un unicorno.
Ciò non le ha impedito di attaccare a chiacchierare con un commesso Tibetano che vedendole iperattive si interrogava sulla loro provenienza approcciando con l'ormai classica domanda "what's language is thaaat??". Forse voleva tentare di calmarle insegnando loro meditazione tibetana, o che ne sò, training autogeno!

Ma l'emozione delle Pea ha raggiunto un livello mai visto prima quando si sono avventurate nel reparto da loro ribattezzato "refill"! Come fortunatamente si inizia a vedere (anche se in piccolo) anche in alcuni supermercati della casa penisola italica, le vostre Pea si sono ritrovate di fronte a scaffali e scaffali di tubi pieni di roba (dai cereali all'olio) dai quali tu puoi attingere direttamente per riempire il tuo contenitore (riciclabile) di tutto ciò che ti serve. Niente marche, niente scatole, prezzi convenienti, prodotti sani e niente sprechi. Uno spettacolo.

Già di per sè questa visione aveva rapito le Pea.
Quando ad un tratto si accorgono che un ragazzo lì vicino che avvicina una vaschetta ad un distributore di arachidi... Solo che dal tubo non escono arachidi....

"Oddio Peaaaaaaaaaaaaa, ma quello ti fa il burro di arachidi!!!!!!!!!!!!!!!!" *_*

Ebbene sì, burro di arachidi fresco fatto macinando le noccioline che sono nel tubo.

E lì, i buoni propositi delle Pea sul cibo sano, si sono arenati miseramente.

venerdì 9 luglio 2010

Il senso dell'emergenza

Data l'eccezionalità dell'evento, un doppio post è più che dovuto ai nostri lettori.

Soprattutto perché l'esperienza è di quelle che va raccontate. Eeee.... no, non mi riferisco al paventato incendio del nostro palazzo. No no no.

Mi riferisco a quello che potremmo chiamare "Gaia e la gestione delle emergenze".

L'inizio della storia è sempre lo stesso... Peas che dormono e BIIIIIIIIIIIIII. Mi sveglio più o meno di soprassalto, ma ci metto qualche secondo (forse qualcuno in più di "qualche") a capire che non è possibile rimanere a letto facendo finta di niente.
Quindi sonnacchiosamente allungo la mano a prendeer gli occhiali e mi alzo. Il suono ormai lo riconosciamo, è l'allarme anti-incendio. Solo che è un suono diverso dal solito.
Differenza che non viene colta però dalla vostra Pea-Gaia. Quindi giusto il tempo di mettere il naso fuori dalla mia stanza, che trovo la mia Pea-coinquilina intenta nell'opera di accendere la ventola di areazione della cappa e spalancare la finestra, commentando tra l'impaurito, il preoccupato e l'incredulo "ma che abbiamo fatto adesso?!?!?!?!??!".

Con fare bradiposo mi dirigo alla porta e una volta aperta ci si rende subito conto che il suono sta spaccando le orecchie a tutto il palazzo. Tranquilla Pea, non abbiamo fatto niente! xD

A questo punto però, che si fa? Tutti i vicini, dopo essersi affacciati, iniziano a scendere dalle scale. "Pea, prendi le chiavi, stanno scendendo tutti".

Questa richiesta però ingenera nella Pea-Gaia un moto di ansia:

G. "Oddio Pea, ma ho il dentifricio in faccia!"
A. "Vabbè, sciacquati che scendiamo"
....
G. "Oddio Pea, ma sono senza reggiseno!"
A. "Pea, sti cavoli, dai, scendiamo"
....
G. "Oddio Pea, devo prendere il telefono!!"
A. "Peaaaaaaa, e dai!!!"
....
G. "Pea... ma il comput....."
A. "Peaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa"

E quindi siamo scese. Dopo abbondanti minuti di trattative con Pea che ad un certo punto voleva anche tornare dentro a vestirsi. Abbiamo raggiunto l'onorevole compromesso di "prendiamo la felpa", ma solo perchè mi sono resa conto che, se da un lato la problematica della mancanza di reggiseno non mi aveva minimamente sfiorato, dall'altro sulla maglietta del mio figherimo pigiamino campeggia la faccia ridente di Biancaneve. Forse era meglio coprirla.

Il senso dell'emergenza è proprio quello in effetti.

Una volta in strada, Pea ha avuto un moto di commozione nel vedere il camion dei pompieri con le sirene e lucine... "Peaaaaaaaa, oddioooooo, ma come nei film!!!!!!!!!!! E chi ci crede se lo racconto???? Oddio Pea, la macchinetta fotografica!!!". E certo, ci mancava la macchinetta fotografica.

Comunque emergenza rientrata. Grazie alla prontezza di Pea-Gaia il mondo è salvo ancora una volta.


giovedì 8 luglio 2010

Ah, se avessi portato la vestaglietta!

Nonna, nonna...avevi ragione!!
Bisogna sempre metterla una vestaglietta in valigia...non se sa mai "metti che devi usci' all'improvviso de casa"...ecco, appunto.

Fa caldo, taaaanto caldo. Le Peas faticano a prender sonno, una crolla, sfinita, sul divano letto, l'altra si abbandona a improbabili conversazioni notturno/mattutine con l'Italia che s'è appena desta, poi capitola e finalmente alle 10 e mezza se ne va a dormire.

Seeee.

Un urlo squarcia il silenzio della notte: BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP!
NOOOOOOO!!! Ma KASSSS!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

Mi sveglio e comincio l'operazione: cappa, tapparelle, finestre!!!!

Pea, più saggia, apre la porta... e si capisce che il BIP è collettivo...panico nel palazzo, tutti escono.
Son le 11.20 di sera.
E io ho la faccia piena di dentifricio per asciugare gli sfoghi del mio fegato stravolto dalle ammeriganate, i capelli distrutti legati in un'improbabile chignon (cipolla, se dice, cipolla), e, cosa più importante, le due Peas quando dormono sono due femministe. E non scendo nei dettagli.

Motivo per cui per la fuga è stato necessario munirci di copertura appropriata, onde evitare strani commenti dei vicini...ai voglia a socializza' poi!!!
Quindi felpona della UW addosso (che collaudo misero!), fuori fanno circa 28 gradi e la felpona è saggiamente imbottita stile pinguini-a-Seattle, e via giù per le scale con la folla che ci trascina.

Fuori stanno tutti mezzi nudi, e noi col felpone. Palese che siamo straniere -.-

Arriva il fantastico camion dei pompieri a sirene spiegate e lampeggianti a gò-gò, scendono due tizi e si avventurano nel pericoloserrimo palazzo...due minuti e tutto finisce.

Non prima di esserci fatte tranquillizzare da un vicino: "La cosa bella in America è che qui tutti hanno una pistola con sé, quindi stiamo tutti più tranquilli...cioé io non ce l'ho, ma sicuramente qualcuno qui ce l'ha!"
o_O
Mo' sì che stiamo tranquille! O_O

Lo so, lo so...è perché eravamo vestite indecenti....ah, se avessimo portato la vestaglietta di nonna!

P.S.

...le Peas non sono sparite, stanno solo (finalmente!!) facendo quello per cui erano venute veramente qui...

No, non è shopping...non si tratta di rimorchiare fustacchioni ammerigani, né tantomeno di passare le giornate al mare (che qui ha una temperatura pari a circa 3-4 C°)

STUDIARE.

Le Peas studiano, signori.

E la biblioteca della UW è talmente bella e talmente fornita che sarebbe uno spreco non usufruirne *_*

Quindi, pulzelle e pulzelli, avrete aggiornamenti nel week-end...salvo eventi particolarmente significativi (conoscendo le Peas, non troppo rari)

Non soffrite troppo la nostra assenza :)

The summer is magic (oh oh oh)

Signore e signore, bambine e bambini, a voi giunge la lieta notizia: anche a Seattle è arrivata l'estate.

Il problema è che l'estate è arrivata del tutto all'improvviso. Basta tornare indietro di qualche post e leggerete di come le vostre Pea abbiano dovuto rinunciare ai notturni festeggiamenti del 4 luglio a causa di condizioni meteo avverse a favore di una ben più calda e rassicurante serata casalinga.

Nel giro di 4 giorni siamo passati dai 10° C diurni (la notte frrrrrredderrimo) ai 32° C di oggi.

Le vostre Pea, superato il trauma iniziale, si sono subito adeguate. Archiviati cappotto e maglioni pesanti (giustamente, le vostre Pea avevano appena fatto in tempo a comprare la felpona viola UW che ha iniziato a fare un caldo boia), hanno sfoggiato le loro italiche magliettine super-FESCION, abbandonato le scarpe chiuse a favore delle ciabattine e sono entrate nel mood estivo (finchè dura).

In realtà però il primo pensiero delle Pea è stato: "ma se gli ammerrigani autoctoni andavano in giro al massimo con un leggerissimo giacchettino quando faceva un freddo pinguino e le Pea indossavano un abbigliamento adatto a scalare l'Everest, adesso che fanno più di 30°, come si vestiranno gli autoctoni ora?"

E scoprire la risposta le ha totalmente sconvolte: ESATTAMENTE COME PRIMA.

Ora, si vede che qualcuno gli ha spiegato che l'outfit giusto per giugno/luglio è composto da shorts, maglietta a mezze maniche e giacchettino di felpa.

Solo che nessuno di è ricordato di spiegargli che nella vita c'è bisogno di un minimo di flessibilità. Quindi mentre le vostre Pea sono uscite da casa in abbigliamento consono alla nuova temperatura, gli autoctoni hanno continuato ad indossare la felpa.